Capitale italiana della cultura: non c’è feeling con le città campane

Capitale italiana della cultura: non c’è feeling con le città campane. Triste primato per le nostre cinque province che non si sono mai aggiudicate questo titolo. Per esempio Ercolano, in provincia di Napoli, ha ricevuto per tre volte la bocciatura. Perchè le città campane non riescono a competere con le altre?

Capitale italiana della cultura, un titolo che, purtroppo, qui in Campania, nessuna città è stata mai capace di aggiudicarselo. Nel sud Italia hanno ricevuto l’onorificenza Cagliari, Lecce, Palermo e Matera, mentre Napoli, capitale indiscussa del meridione, ricca di storia, arte e cultura non è mai rientrata nell’albo d’oro come Capitale della cultura, che ha visto primeggiare Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia, Siena, Mantova, Pistoia, Palermo, Firenze, Bologna, Genova e Matera.
Capitale italiana della cultura: Assenza assoluta, come si evince da questo elenco, della Campania. Eppure la cittadina di  Ercolano, molto conosciuta, peraltro nel mondo, per gli scavi archeologici,  con lodevoli sforzi si è presentata, per ben tre volte nella competizione, senza tuttavia mai convincere ed impressionare i giudici. Per quale misterioso motivo, tutte  le città della regione Campania, molte delle quali sorte in epoche remote, tipo Capua, Pozzuoli, Napoli, Benevento, che di storia e cultura ne hanno da vendere, non riescono a farsi valere?

Perché non sono in grado di ambire a questo titolo di Capitale italiana della cultura, onore più che onere e motivo d’orgoglio?  Quale potrebbe essere la spiegazione? Sta di fatto che  le cinque province campane, non hanno mai, neanche, tentato di mettersi in gioco per il concorso indetto dal ministero dei Beni culturali. Quali le cause ? Forse c’è la credenza che le città di questa regione, abbiano il diritto acquisito, da essere scelte automaticamente ? Forse c’è auto commiserazione ? O vi è la sindrome della famosa favola di Fedro, la Volpe e l’uva?
I maggiori esponenti delle Istituzioni campane, quali il sindaco di Napoli De Magistris ed il governatore De Luca non fanno altro che discorsi su risorse culturali, patrimonio, progettualità. Tuttavia nessuno che sia davvero contemporaneo.  Se poi aggiungiamo che i napoletani risultano essere  svogliati sui consumi culturali, l’incastro è più che comprensibile.
A tal proposito Agostino Riitano, trentenne vesuviano interpellato nella sua doppia veste, essendo stato nella squadra che ha portato Matera a Capitale europea della Cultura 2019 ed attualmente fautore di Eruzioni festival, teatro, musica e performance, ad Ercolano, ha dichiarato che in Campania mancano visione e competenza.
Nella nostra regione non riusciamo ad avere una visione ideale rispetto alle altre  città e a comprendere, se non vagamente, che la cultura non significa intrattenimento dei cittadini ma un’azione improntata  per lo sviluppo; inoltre qui mancano grandi manager della cultura, professione diversa dall’organizzatore di eventi come un concerto sul lungomare napoletano, o la mostra nella Reggia di Caserta e le luci d’artista a Salerno. A Matera queste competenze manageriali si sono manifestate perché era già chiaro da alcuni anni il progetto”.
Queste le motivazioni addotte dal Riitano sulle possibili cause della mancata nomina di una delle città campane a Capitale italiana della cultura. La bellezza e la storia delle province della Campania non bastano per competere, occorrono progetti seri e soprattutto gente capace di metterli a punto. Per fortuna le nuove generazioni campane non sono così passive. Dunque è giusto che Comuni e regione  si rimbocchino le maniche benché appesantite dal grandissimo ritardo delle amministrazioni, per cercare di fare in modo che, presto, anche la Campania sia motivo d’orgoglio della cultura italiana.

 

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