Calcio femminile nel mondo professionistico in netta ascesa, tuttavia, non nel Belpaese

Il calcio femminile nel mondo professionistico risulta essere in netta ascesa, tuttavia, non qui, nel Belpaese, dove non è visto sotto il giusto profilo, per via di tantissimi ed inutili pregiudizi.

Calcio femminile e calcio maschile, nel Belpaese, ovvero la nostra bella Italia, non vano affatto a braccetto come avviene in molti paesi stranieri. Da noi se un bambino dicesse ai genitori: “Da grande voglio fare il calciatore professionista”, il papà direbbe: Bravo, magari, lo diventassi seriamente, ne sarei felicissimo”, mentre la mamma rimarrebbe impassibile. Viceversa se a dire la stessa frase fosse una bambina, allora apriti cielo. A quel punto il padre si preoccuperebbe della sanità mentale della figlia, mentre la mamma tenterebbe di capire i motivi di questa scelta, magari esortandola ad optare per la danza.

Calcio femminile nel mondo professionistico in netta ascesa, tuttavia, non nel Belpaese-1

Nel nostro paese, purtroppo, ci sono troppi ridicoli pregiudizi riguardo al calcio femminile, visto come non adatto alle donne, come affermò, tempo fa, il tecnico serbo, ex Milan e Torino Sinisa Mihajlovic, il quale dichiarò: “Le donne non devono né giocare e né parlare di calcio, perché non sono adatte, si dedichino a tutt’altro sport.” Un parere sicuramente personale che va anche rispettato ma non si può generalizzare.

Per fortuna non tutti la pensano come lui: infatti il fenomeno del calcio femminile è in netta ascesa e per la sua consacrazione definitiva è soltanto una questione di tempo. Il numero delle  ragazze che si dedicano al calcio è cresciuto a dismisura, salendo all’88 per cento negli ultimi sette anni: nel 2015 erano 22.564 le calciatrici (di cui 10.722 sotto i 18 anni) tesserate in 702 squadre.

In Europa il calcio femminile va per la maggiore ed il pubblico è entusiasta nel vedere il calcio in gonnella. Il Bayer Monaco, il Paris Saint Germain, il Barcellona e il Chelsea, tanto per citare degli esempi, oltre alla squadra maschile vantano anche una squadra femminile. Per giunta non si allena in un campo abbandonato di periferia per evitare brutte figure o prese in giro, anzi tutt’altro, le ragazze si allenano sul medesimo campo degli uomini. Lo stesso avviene nella capitale francese, basta una visita al sito internet del PSG, sezione “teams”, ed  il menu a tendina si aprirà con l’ex Ibrahimovic e compagni da una parte e la squadra di calcio femminile dall’altra.

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In Italia tutto ciò è inconcepibile, le calciatrici sono costrette spesso ad allenarsi soltanto lontano dagli occhi indiscreti di spettatori o addetti ai lavori ed in molti casi in orari scandalosi. Negli ultimi tempi però, qualcosa sembra  stia cambiando. A Roma, Marco Palagiano, presidente della Roma Calcio Femminile, una delle società più antiche ma che non ha niente a che fare con la Roma di James Pallotta, ha affermato:

Noi andiamo avanti grazie alla passione ed alla professionalità di tante ragazze che amano questo sport e che sono bravissime a praticarlo.”

In Italia, infatti, il matrimonio tra squadre maschili e femminili si è registrato  solo nella Fiorentina e nella Lazio. A Firenze le ragazze si allenano cinque volte a settimana con il paradosso di vivere una vita da atlete professioniste ma di giocare in un campionato di dilettanti. Al momento la Federazione italiana gioco Calcio sta cercando di invertire la rotta: ad esempio per la stagione 2017/18 ha obbligato le società di serie A e B maschili ad avere una squadra femminile under 12 con almeno 20 tesserate. Si tratta di una goccia nell’oceano che tuttavia non resterà isolata visto che già  sta smuovendo le acque. Ma dapprima la palla pasa tra i piedi dei genitori, tuttora molto scettici nell’approvare che una figlia giochi a pallone come i maschi.

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