Charlie Gard -genitori rinunciano battaglia legale

Charlie Gard: ieri la rinuncia alla battaglia legale da parte dei genitori

Sembra ormai giunta l’ora stabilita dal destino, un destino atroce purtroppo per Charlie Gard, il piccolo bambino britannico di undici mesi affetto da una rara malattia genetica, “deplezione del Dna mitocondriale”.

Lunedì i genitori si sono arresi e hanno rinunciato alla grande e seguitissima, battaglia legale che avevano intentato per provare a salvare il loro piccolo Charlie, attraverso una cura sperimentale da effettuare negli Stati Uniti.

Il legale della famiglia Gard ha così commentato ai media:. “È troppo tardi per Charlie, il trattamento sperimentale, proposto da un team internazionale di medici, è una soluzione che purtroppo ora non può più offrire alcuna possibilità di successo”. “Per questo i genitori hanno loro malgrado deciso di ritirare la richiesta di modificare la sentenza originale della Corte, quella che lo scorso 11 aprile autorizzò l’ospedale a staccare la spina al respiratore che tiene in vita il piccolo al Great Ormond Street, l’ospedale pediatrico di Londra dove Charlie è in cura dallo scorso ottobre”.

Intanto, in un recente comunicato rilasciato dall’ospedale del Papa, il Bambin Gesù di Roma, si insiste affermando, che Charlie avrebbe avuto la possibilità di sperimentare farmaci sperimentali. L’ospedale pediatrico vaticano, dichiara che la terapia sperimentale “avrebbe potuto essere un’occasione” per aiutare Charlie Gard, ma era troppo tardi per iniziare ad affrontare l’alta criticità della malattia”.

l Direttore dell’ospedale vaticano la Dott.ssa Mariella Enoc, ha dichiarato verso i tribunali a sua volta ai giornalisti che il loro team aveva già effettuato una valutazione clinica e avrebbero offerto assistenza medica gratuitamente ai genitori del piccolo.

L’Ospedale Bambin Gesù, si era offerto lo scorso giugno, di curare il piccolo di 11 mesi, mentre i suoi genitori, nel frattempo, cercavano di persuadere i tribunali britannici ad autorizzare l’ospedale di Great Ormond Street di Londra a liberare il bambino per consentirgli il trattamento negli Stati Uniti.

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