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Ospedale Pascale di Napoli sei arresti della Guardia di Finanza

Sei arresti operati dalla Guardia di Finanza all’Ospedale Pascale di Napoli. 

Ospedale Pascale di Napoli. Sei arresti operati da parte dei militari della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini sulle forniture al nosocomio napoletano, istituito per le cure dei tumori, per la quali si ipotizza il reato di corruzione.

Ci sarebbe anche una settima persona per la quale sarebbe scattato l’arresto ma quest’ultima è introvabile. Probabilmente ha mangiato la foglia e si è resa irreperibile. Agli arresti anche il primario dell’Istituto tumori della Fondazione Pascale, il dottor Francesco Izzo, di cinquantuno anni, direttore del reparto di chirurgia oncologica addominale ad indirizzo epatobiliare.

Coinvolta nell’inchiesta anche la moglie del primario, Giulia Di Capua, quarantacinquenne, rappresentante di due delle Società fornitrici: la Gi.Med e la GdC Medicali, società peraltro costituite dai coniugi stessi.

Tra gli arrestati figurano l‘amministratore delle due società di cui sopra, Sergio Mariani di quarantasei anni, quindi Elia Abbondante di cinquantadue anni, ex responsabile del Pascale, attualmente direttore dell’Asl Napoli 1 Centro, ancora Marco Argenziano, cinquantanovenne informatore scientifico della casa farmaceutica Bayer, infine Marco Mauti di cinquantadue anni, rappresentante legale di una delle società fornitrici indagate dalla Guardia di Finanza di Napoli. Tutti beneficeranno, tuttavia, dei domiciliari.

Il sistema portato alla luce dalle Fiamme Gialle, ha scoperto che da un lato vi erano margini di guadagni troppo elevati e dall’altro un incremento di fatturato altissimo da parte delle aziende produttrici delle forniture mediche destinate all’Ospedale Pascale. A tali aziende era garantita, a danno delle altre società in gara, l’aggiudicazione delle commesse, in cambio di profitti illeciti di centinaia di migliaia di euro.

Naturalmente tutte le commesse operate dal dottor Izzo non erano certamente funzionali all’andamento della pubblica amministrazione ed all’interesse dei degenti del’Istituto. Tutto il sistema illecito era basato esclusivamente al raggiungimento di guadagni personali del dottore Izzo della consorte Giulia Di Capua e delle aziende produttrici dei materiali e dei macchinari, illecitamente acquistati dall’amministrazione della struttura pubblica, con le quali i due arrestati, concordavano periodicamente gli illeciti. Insomma un giro di corruzione a danno dei pazienti, peraltro affetti spesso da mali incurabili, e dei contribuenti.

Agli arresti domiciliari sono finiti anche alcuni imprenditori del settore farmaceutico e un informatore scientifico. Complessivamente il Nucleo di Polizia Tributaria e di Polizia Valutaria hanno sequestrato beni per un valore di quasi due milioni di euro.

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