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8 marzo oramai le mimose non bastano più!

8 marzo oramai le mimose non bastano più! 

In occasione della ricorrenza del 8 marzo, vogliamo soffermarci su un documento interessantissimo, che definisce in pieno, oggi, cosi come è stato in passato, la volontà della donna di essere partecipe e protagonista degli eventi e della vita del mondo.

Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!”: oggi è il punto più denso di significato della piattaforma politica su cui in Italia la rete globale “Non Una di Meno, attiva in 40 Paesi, organizza lo sciopero generale dell’8 marzo. 

Noi, le donne del mondo, vediamo con apprensione ed angoscia la situazione presente in Europa che rischia di coinvolgere l’intero continente, se non l’intero mondo, nei disastri e negli orrori della guerra. In questa terribile ora, quando il destino dell’Europa dipende da decisioni che noi donne non abbiamo il potere di formare, noi, assumendo le responsabilità che ci vengono dall’essere madri delle generazioni future, non possiamo rimanere passive. Benché siamo sul piano politico prive di potere, richiamiamo con forza i governi e coloro che questo potere detengono nei nostri differenti paesi ad allontanare il pericolo di una catastrofe che non avrà paragone. In nessuno dei paesi immediatamente coinvolti nella minaccia della guerra le donne hanno il potere diretto di controllare i destini del loro paese. Esse si trovano sul margine di una posizione pressoché insostenibile, vedere le case, le famiglie, i figli soggetti non soltanto al rischio ma alla certezza di un immane disastro che esse non possono in nessun modo allontanare o impedire. Qualunque ne sarà il risultato, il conflitto lascerà l’umanità più povera, segnerà un passo indietro nel progresso della civiltà e costituirà un grande scacco nel graduale miglioramento delle condizioni delle grandi masse e delle persone da cui dipende il reale benessere delle nazioni. Noi donne di ventisei paesi, che ci siamo unite nell’ “International Women’s Suffrage Alliance” con l’obiettivo di ottenere strumenti politici per condividere con gli uomini il potere che determina il destino delle nazioni, ci appelliamo a voi perché non lasciate intentato nessun metodo di conciliazione o di arbitraggio per risolvere le controversie internazionali, nessun metodo che possa aiutarci a prevenire l’annegamento nel sangue di metà del mondo civilizzato”.  Jus Suffragii. Monthly organ of the International Woman Suffrage Alliance”, vol.8, n.13, September, 1914.

Sono parole del manifesto che, nel luglio del 1914, il movimento politico delle donne  “International Woman Suffrage Alliance” poneva come discriminante per l’adesione delle diverse associazioni nazionali, il pronunciamento esplicito per il voto alle donne.

Come risulta evidente dalla sua lettura, la prima reazione comune fu quella di un’opposizione netta ad un evento come la guerra imminente, valutato, immediatamente, nella sua drammatica portata e interpretato come una rottura della civiltà. Parole come antimilitarismo pacifismo non era la prima volta, comunque, che entravano nel vocabolario delle donne.

In italia nel settembre del 1944 a Napoli vengono poste le basi dell’UDI e anch’essa partecipa ad attività della resistenza. L’Unione Donne Italiane si costituisce ufficialmente il 1º ottobre del 1945 e pochi giorni dopo il primo congresso nazionale vede i Gruppi di difesa della donna confluire nell’unione per creare la più grande organizzazione per l’emancipazione femminile italiana.

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