Malacarne, ll fotoreportage sui bambini di Palermo

I quartieri disagiati della città di Palermo sono un fiume in piena di bambini. Crescendo al Sud sanno che dovranno correre più degli altri, imparare in fretta come gira il mondo per non rimanerne schiacciati. Spesso, credendo di non avere già in partenza alcuna possibilità di riscatto, diventano carne da macello per le organizzazioni criminali. Sono a volte diffidenti, sospettosi, violenti. Penetrandone il tessuto sociale, frequentandoli, si aprono poi in tutta la loro dolcezza e umanità. Non sono altro che bambini. Eppure per la maggioranza non sono che ladri, piccoli spacciatori, teppisti e delinquenti. In una parola: Malacarne.

“Malacarne. È così che a Palermo sono soprannominati i piccoli delinquenti dei quartieri disagiati. E con lo stesso termine si indica la carne che non è buona neanche per il macello, quella da buttar via”.

“Sono andato alla ricerca dell’umanità dei malacarne, volevo raccontare come si vive in quei quartieri e per farlo, ho seguito i bambini”.

“Il degrado è solo parte delle foto: il mio soggetto è l’energia dei ragazzini, la loro vitalità”.

“Gli scatti dovevano raccontare l’universo di emozioni nascoste dentro quelle strade dimenticate. Lì c’è la rabbia del bambino che piange, la malinconia della mamma che abbraccia il figlio, la povertà dei ragazzini che dormono sul pavimento e l’allegria di quelli che giocano con un cagnolino”.

Il fotografo Francesco Faraci nasce a Palermo nel 1983. Dopo gli studi umanistici (Antropologia, Sociologia), nel 2013 trova nella fotografia il suo mezzo d’espressione e si forma attraverso le immagini dei grandi fotografi di scuola francese e americana (William Klein, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Robert Capa) cercando di rinnovare un linguaggio che altrimenti suonerebbe desueto. Si occupa di fotografia documentaria e reportage sociale. Al centro del suo lavoro c’è la sua terra, la Sicilia, della quale ama descriverne gli incroci culturali e i paradossi esistenziali (nascita e morte, gioia e violenza, la solitudine che si nasconde fra le pieghe della modernità) con un occhio particolare alle minoranze e ai minori che nascono, crescono e spesso si formano nelle zone disagiate e abbandonate della città, nelle periferie marginali. Per tali ragioni percorre in lungo e in largo le strade della sua terra e dei Paesi Mediterranei, raccontandone le storie attraverso progetti di lunga, media e breve durata.

Diversi suoi reportage sono stati pubblicati su riviste nazionali ed estere (Il Venerdì di Repubblica, La Repubblica, Il Manifesto, Time Magazine, Globe and Mail, The Guardian, Erodoto108) e ha preso parte a conferenze e seminari sulla realtà delle periferie della sua città.

Nel 2016 il suo progetto fotografico “Malacarne” diventa un photobook curato da Benedetta Donato edito da Crowdbooks.
Attualmente collabora con Time Magazine e The Globe and Mail.

E’ stato inserito nella TOP 100 degli Street Photographers stilata da LensCulture nel corso degli Street Photographers Awards 2016.

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